dal libro “Il testamento dell’uomo”

Se l’uomo adottasse un comportamento consono ai canoni di vita semplice, non ci sarebbe nessuna sottomissione alla sofferenza, sia essa fisica, mentale o spirituale, poiché egli sarebbe coadiuvato dalla grazia anche nelle afflizioni, accettandole e vivendole senza coinvolgimento oppressivo o fuorviante. E’ necessario che l’uomo si identifichi sempre di più con ciò che egli realmente è nel suo complesso microcosmo fatto di spirito e di materia e raggiunga una maturità trivalente di cuore, mente e anima.


L’uomo deve saper cementare all’interno di se stesso le molecole fisiche e quelle astrali. Egli di fatto vive nell’universo, per cui la simbiosi fra terra e cielo deve costellare il suo ciclo vitale con le essenze e la vita dell’intero spazio eterno.
Il suo corpo spirituale e quello materiale convivono in lui. Nella misura della propria terreneità egli è sottoposto agli inganni della terra, poiché rischia di essere soggiogato dalle realtà terrene e di diventarne oggetto, subendo gli avvenimenti, anziché dominandoli con la propria ragione illuminata. Egli in tal modo rischia di non essere più al di sopra della realtà che lo circonda, ma di subirne i condizionamenti nella mente e negli affetti.
Nella misura della propria spiritualità, però, egli può dirigere la propria volontà verso l’equilibrio dettato dall’unica fonte creativa.

 

dal libro “Lettere ai laici”

L'equilibrio è il frutto di diverse forme di controllo e di autoregolazione che possono anche comportare delle rinunce, ma che hanno il merito di comporre l’armonia dell’insieme.
Quanto poi al nostro stato d'animo, è bene educarci al valore del servizio nel rispetto amorevole, ma non servile, delle situazioni e delle attese degli altri.
Se noi compiamo contro voglia le nostre azioni doverose e necessarie verso gli altri, quasi fossimo obbligati a farle per non poter dire di no, queste ci appariranno pesanti e quindi ci stancheranno di più, poiché nel compierle avremo portato il peso della nostra volontà contraria che agisce come un freno costante al nostro operare.
Per di più in tal modo riduciamo i nostri meriti. Essi infatti si acquistano adattandosi con elasticità alle diverse circostanze e acquistando disponibilità intelligente verso le persone e le situazioni con cui ci rapportiamo.

Non è tempo di sedersi sulla disfatta, ma drizzati con tutto il coraggio che ti necessita. Fai quello che puoi con santo giudizio e il resto risolviti a lasciarlo fare a Dio. Con spirito sereno rimettiti a Lui per ciò che non comprendi. Allontana i giudizi e le insofferenze. Le prove vengono per rafforzarci, non per farci soccombere. Tu invece ora ti innervosisci, ora ti abbatti. Trova il tuo equilibrio nell’amore e l’amore stesso ti risolleverà.

Immettiti nella vita della verità, aprendoti alla comprensione e all’accettazione di ciò che sei, conoscendo i limiti della tua natura, gli scogli del tuo carattere, gli schemi precostituiti delle tue abitudini mentali. Sii consapevole di ciò che sei, senza cadere nello sconforto, né nella generalizzazione dell’umano errore, ma riconoscendo con obiettività la tua natura e con coscienza retta le tue responsabilità.

 

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